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26/11/16

Cosa accade durante una convulsione generalizzata tonicoclonica

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Cosa accade durante una convulsione generalizzata tonicoclonica

Quando si parla di epilessia generalmente si fa riferimento alle crisi che si verificano durante gli attacchi della stessa. Molto spesso queste crisi possono identificarsi con quella che viene definita convulsione tonico-clonica. Per convulsioni tonico cloniche si intende un tipo di convulsioni
caratterizzate da scariche parossistiche non controllate da parte dei neuroni del sistema nervoso centrale che provocano una disfunzione neurologica. Ma ci siamo mai chiesti cosa accade prima, durante e dopo una crisi di questo tipo? In questo articolo si analizza in maniera dettagliata proprio la convulsione generalizzata tonicoclonica.
Prima della crisi
Diverse ore o giorni prima possono comparire segni e sintomi prodromici quali spasmi mioclonici, cefalea pulsante e modificazioni dell’umore. Il paziente può avere una vera e propria sorta di premonizione della crisi. Ad esempio, il paziente può riferire un’aura quale il vedere un lampo di luce o avvertire un odore caratteristico.
Durante la crisi
Se la crisi generalizzata inizia con un’aura questo indica che l’irritabilità di una specifica area del cervello diviene rapidamente diffusa. Aure comuni sono: palpitazioni, disturbi epigastrici che rapidamente salgono alla gola, rotazione della testa o dell’occhio ed allucinazioni sensoriali.
Successivamente, la perdita di coscienza ha luogo quando l’improvvisa scarica di un’intensa attività elettrica ha il sopravvento sul centro sottocorticale del cervello. Il paziente cade e presenta brevi contratture miocloniche bilaterali. L’aria forzata attraverso le corde vocali spastiche può generare un lamento simile al grido di un uccello. Durante la fase tonica, i muscoli scheletrici si contraggono per circa 10-20 secondi. Le palpebre del paziente sono accostate, le sue braccia sono flesse e le sue gambe sono estese. La sua bocca è completamente aperta e poi si chiude e il paziente stesso può mordersi la lingua. La sua respirazione cessa in seguito allo spasmo dei muscoli respiratori e l’iniziale pallore della cute e delle membrane mucose (come risultato di una compromissione del ritorno venoso) vira verso la cianosi, secondaria all’apnea. Il paziente inarca il dorso e abbassa lentamente le braccia. Gli altri effetti sono:
pupille dilatate e non reattive;
aumento della frequenza cardiaca;
aumento della pressione arteriosa;
aumento della salivazione e delle secrezioni tracheo-bronchiali;
profusa sudorazione.
Durante la fese clonica, della durata di circa 60 secondi, i tremiti modesti progrediscono fino a contratture e spasmi violenti. Le altre attività motorie comprendono le smorfie della faccia (con possibili morsicature della lingua) e l’espulsione violenta di saliva schiumosa, ematica in seguito alle contratture cloniche dei muscoli della gabbia toracica. Gli spasmi clonici diminuiscono lentamente sia in intensità che in frequenza. Il paziente è ancora apnoico.
Dopo la crisi
I movimenti del paziente gradualmente cessano ed egli non risponde agli stimoli esterni. Gli altri aspetti che compaiono dopo la crisi sono:
respiro stertoroso da aumento delle secrezioni tracheo-bronchiali;
pupille uguali o disuguali che diventano comunque reattive;
incontinenza urinaria causata dal breve rilassamento muscolare.
Dopo circa 5 minuti il paziente appare confuso e disorientato. Il suo tono muscolare, la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa ritornano alla normalità. Dopo diverse ore di sonno il paziente si sveglia esausto e può avere cefalea, muscoli dolenti ed amnesia per quanto riguarda la crisi.
















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